Chi sceglie di studiare Pubbliche Relazioni, che si tratti di un master o di un percorso universitario, affronta tutti gli aspetti fondamentali di questa disciplina. Si studiano le metodologie e gli strumenti di comunicazione con stakeholder interni ed esterni, il crisis management e la misurazione dei risultati.
Ogni argomento è trattato da docenti ed esperti con competenza, attraverso analisi di dati, casi reali e approfondimenti storici. L’obiettivo è fornire conoscenze e competenze utili all’avvio di una carriera di PR prof, come si dice in gergo. A queste conoscenze tecniche si affiancano le soft skills: capacità relazionali, sensibilità, intuito, assertività e attitudine al problem solving.
Tuttavia, manca spesso un elemento fondamentale: la capacità di leggere il cambiamento. Lavorare nelle PR significa operare in un mondo interconnesso e in continua evoluzione. Ogni fase storica, anche breve, porta con sé trasformazioni nel linguaggio, negli stili di vita, nei comportamenti d’acquisto e nell’utilizzo di beni e servizi.
Il cambiamento coinvolge anche l’innovazione tecnologica, i nuovi modi di pensare e gli scenari geopolitici e demografici. Per questo motivo, chi lavora nelle Pubbliche Relazioni deve saper analizzare i contesti, prevedere tendenze e trasformarle in strategie comunicative efficaci.
Un PR manager deve quindi:
- Individuare opportunità e criticità nei processi di cambiamento
- Scegliere (o creare) gli strumenti adeguati per intervenire
- Rispondere alle sfide con metodologie aggiornate
- Usare creatività e pensiero strategico
- Costruire team motivati e produttivi
- Monitorare consenso e dissenso tra i vari pubblici di riferimento
- Tenere sempre a mente gli obiettivi e i risultati
Questa è la mia esperienza diretta, maturata in oltre 25 anni di carriera nelle PR. Ed è il mio invito ai futuri PR manager: solo con apertura, flessibilità e preparazione costante, questa professione può diventare un viaggio appassionante e gratificante. Per me, lo è stato.