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CPR-MAGAZINE SOLUZIONE GROUP - Il customer care è il nuovo branding

Il customer care è il nuovo branding

Molti brand investono tempo e risorse nella costruzione di messaggi perfetti. Ogni headline viene scolpita come se dovesse durare per sempre, ogni post social viene pesato parola per parola.
Ma quando si tratta di customer care, tutto cambia tono.
Basta che un cliente scriva per chiedere aiuto, e spesso riceve in cambio una mail automatica con oggetto: “RE: ticket #9831 – richiesta in gestione”.

Il problema è proprio qui: pensare che la reputazione di un’azienda si giochi solo nelle grandi campagne, quando invece si costruisce ogni giorno nei dettagli più piccoli. E uno dei luoghi più esposti — e sottovalutati — in cui questo accade è proprio il customer care.

Branding invisibile (ma potentissimo)

Basta rifletterci un attimo: quando abbiamo un problema con un prodotto o un dubbio su un servizio, il primo contatto reale con un’azienda non è una campagna, ma una risposta. E quella risposta — che sia scritta da una persona, da un assistente virtuale o da un sistema automatizzato — dice molto di più della homepage o di uno spot ben confezionato.

Una frase come “Capiamo il suo disagio. Provvederemo quanto prima” può raffreddare immediatamente la relazione. Al contrario, un semplice “Lascia fare a noi, te lo sistemiamo al volo” può fare la differenza tra perdere un cliente o fargli sentire di aver fatto la scelta giusta.

Ogni messaggio, ogni scambio, ogni automatismo racconta il brand. E lo fa proprio quando nessuno guarda. O meglio: quando conta di più.

Customer care: dove non guardi, ma tutti leggono

Il customer service viene ancora considerato, in molte aziende, come un reparto tecnico. Un back-end, più che una voce. Ma oggi è proprio lì che si gioca la parte più concreta della relazione con il cliente. È lì che l’esperienza si rafforza o si sgretola.

Ogni touchpoint conta: una mail di risposta, una notifica, un modulo di reso, la voce di chi risponde al telefono. Tutto questo è comunicazione. Tutto questo è branding. A volte, persino più dei grandi claim.
Se un’azienda comunica brillantezza su Instagram ma risponde come un call center svogliato, il cortocircuito è immediato.

Il punto è: il tuo customer care parla davvero la lingua del brand?
È allineato a ciò che scrivete nei post, nelle newsletter, nelle presentazioni?
O sta dicendo, ogni giorno, qualcosa di completamente diverso?

Non è un reparto. È comunicazione.

Il customer care non è solo un servizio. È comunicazione a tutti gli effetti.
È un punto di vista, una sala d’ascolto continua, uno dei pochi luoghi in cui il brand parla direttamente con le persone.

Per questo motivo formare chi se ne occupa non è un costo, ma un investimento in reputazione. Scrivere bene anche nei messaggi tecnici non è un vezzo da copywriter: è una forma concreta di rispetto per chi ha scelto il tuo prodotto o il tuo servizio.
Rivedere le automazioni per renderle più umane non è una perdita di tempo, ma una delle azioni più semplici (ed efficaci) per essere ricordati, anche nei momenti più delicati.

Perché oggi il brand non è solo quello che prometti. È quello che rispondi.