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PR TALK con CECILIA COLETTA Communication & PR Senior Manager di FATER

PR Talk con Cecilia Coletta, Communication & PR Senior Manager FATER

FATER

Fater è un’azienda italiana fondata nel 1958 a Pescara da Francesco Angelini. Dal 1992 è joint venture paritetica tra Angelini Industries e Procter & Gamble. È leader nel mercato italiano dei prodotti assorbenti per la persona con i brand Tampax, Lines, Lines Specialist e Pampers, e key player nel mercato europeo dei prodotti per la cura della casa e tessuti con il brand ACE. È stata la prima azienda a sviluppare nel nostro Paese il mercato dei pannolini monouso per bambini (1963), gli assorbenti femminili (1965) e a inventare gli assorbenti ultrasottili (1992). In Italia 3 famiglie su 4 hanno almeno un prodotto Fater.

L’azienda conta 1.554 dipendenti e un fatturato di € 989 milioni nel 2022-23. Opera in 4 stabilimenti produttivi: Pescara, Campochiaro (CB), Porto (Portogallo), Gebze (Turchia).

CECILIA COLETTA

Cecilia Coletta, marchigiana classe 1984, consegue la laurea in Comunicazione Multimediale, per poi ampliare le sue competenze con un master in Risorse Umane e Sviluppo Organizzativo all’ISTAO di Ancona. La prima esperienza professionale è nella sede anconetana di Angelini Pharma, dove si occupa principalmente di formazione e sviluppo nella funzione risorse umane. Il suo trasferimento a Roma segna l’inizio del suo lavoro nella comunicazione interna di Angelini Holding, dove assume crescenti responsabilità fino a ricoprire l’attuale ruolo di Communication & PR Senior Manager per Fater. È responsabile della comunicazione PR Corporate e per i brand, della comunicazione interna e del consumer service.

PER FATER, CHE RACCHIUDE TAMPAX, LINES, PAMPERS, ACE E ALTRI BRAND, LE PR DEVONO ESSERE FORTI DENTRO PER ESSERE EFFICACI FUORI

Cecilia Coletta, Communication&PR Senior Manager: “L’ascolto attivo è il pane quotidiano di chi fa delle relazioni il proprio lavoro

Quali sfide attendono le PR nel 2024/25, parlando in generale?

Sono tante le sfide che ci attendono, veniamo da una situazione geopolitica che ci sta mettendo a dura prova. Essendo tutti interconnessi in questo mondo, la sfida è essere rilevanti per le persone. Per esserlo, noi rappresentanti delle PR dobbiamo porci in costante ascolto per intercettarne i bisogni, anche nuovi, adottando le iniziative adeguate.

Ovviamente parlo di ascolto attivo, un atteggiamento attraverso cui si riescono a veicolare messaggi autentici e coerenti con le azioni da intraprendere. È questo che ci distingue dall’Intelligenza Artificiale, che non potrà mai superarci nella potenza delle relazioni. Sarà fondamentale in alcune attività, non lo nego, ma non si potrà mai sostituire al lavoro di tessitura delle umane relazioni, del pensiero strategico.

Come prevedete di affrontare queste sfide nella vostra azienda?

Le PR in Fater partono dall’interno. C’è una strategia che guida tutto, semplice, ma molto potente: “People first”, non un semplice claim. È davvero così. L’ascolto è costante e rende concreta questa strategia, basti pensare che dei sei pilatri che la compongono, il primo è proprio l’ascolto, quello che permette di sintonizzarci costantemente con “la pancia dell’organizzazione”.

Lo mettiamo in atto attraverso, ad esempio, “I caffè” (ne abbiamo già fatti più di 1.300), in cui ci si confronta in maniera aperta con il management. Da lì si comprendono le azioni per costruire un’azienda diversa, che va incontro alle aspettative reali.

Non possiamo fare tutto, ovvio, ma ci sono delle macro di cui si occupa un team ad hoc, il Team People First. Poi ci siamo noi, il Team PR, un vero e proprio anello tra interno ed esterno.

C’è un progetto/campagna di PR della quale siete particolarmente orgogliosi?

Ogni brand in Fater ha deciso di darsi un purpose che va oltre le dinamiche commerciali. Lo fa Lines, lo fa Pampers e lo fa anche ACE, che ha costruito la campagna “Formula anti odio”. Siamo partiti dal “Pulito che unisce” grazie al quale vorremmo che i parchi sotto casa fossero puliti come i nostri salotti. Collaboriamo con l’associazione Retake, con cui abbiamo già riqualificato altri spazi pubblici con i cittadini.

Nei parchi abbiamo constatato che le scritte offensive erano preponderanti e così abbiamo pensato di lanciare un messaggio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tante forme di odio. In azienda un gruppo di ricercatori ha sviluppato un prodotto che rimuove i graffiti, fuori commercio, usato per ripulire i tag. Abbiamo coinvolto anche Diversity Lab, che fa della cultura dell’inclusione la propria mission, che ci ha supportato nel lancio di una call to action per combattere “lo sporco più ostinato”, metafora dell’odio.

Un percorso a tappe in diverse città, in cui abbiamo anche coinvolto le scuole affidando loro dei “posti del cuore” da mantenere puliti nel tempo con kit appositi.

Quanto e in che modo il top management aziendale è coinvolto nelle strategie di PR aziendali?

C’è un grande scambio con la leadership rispetto alla strategia di relazione. La funzione PR esiste da soli due anni, quindi è in fase di sviluppo. I manager sono costantemente aggiornati e insieme abbiamo costruito dei media training: sono loro, così come chi lavora in Fater, i migliori alleati per costruire nuove narrative, per offrire nuove angolazioni.

Lo si vede anche dai social, basta visitare il profilo LinkedIn di Fater e quello del nostro general manager. Siamo anche su Instagram e Facebook con i profili meet.fater. Su Tiktok ci sono, per il momento, alcuni dei nostri brand.