AMPLIFON
Amplifon, leader globale del mercato retail dell’hearing care, da 75 anni rende possibile la riscoperta di tutte le emozioni dei suoni. Tutte le 20.300 persone di Amplifon nel mondo si impegnano ogni giorno nel comprendere le esigenze uniche di ogni cliente, offrendo prodotti e servizi esclusivi, innovativi e altamente personalizzati, per garantire a ognuno la migliore soluzione e un’esperienza straordinaria. Il Gruppo, con ricavi annui di circa 2,3 miliardi di euro, opera attraverso una rete di oltre 10.000 punti vendita in 26 Paesi e 5 continenti.
DANIA COPERTINO
Dania Copertino è una professionista della comunicazione con oltre 10 anni di esperienza, attualmente Global External Communication Manager in Amplifon. Ha maturato competenze in ufficio stampa, media relations, social media strategy e gestione di eventi a livello nazionale e internazionale, collaborando con aziende globali nel settore corporate e healthcare. Prima di passare in azienda, ha ricoperto ruoli di responsabilità in diverse agenzie di comunicazione. Laureata in Lingue Moderne, parla correntemente quattro lingue.
AMPLIFON: LE AZIENDE DEVONO EVOLVERSI IN “CONTENT FACTORIES”
Dania Copertino, PR manager: “L’impegno sociale è essenziale per una corretta narrazione che favorisca le giuste relazioni”
Quali sfide attendono le PR nel prossimo futuro, parlando in generale?
La sfida principale oggi riguarda la velocissima evoluzione del contesto attuale, sia per le trasformazioni tecnologiche che per quelle economiche e sociali. Il cambiamento di paradigma tocca tutti: la trasformazione parte dal mondo digital, con piattaforme che stanno continuando a mutare. Stare al passo, conoscerle e saperle usare al meglio è essenziale per chi lavora nelle PR. Non parlo solo dei social, ma anche delle app di messaggistica, diventate a tutti gli effetti canali di comunicazione. Anche l’IA e i big data vanno sfruttati per comunicare al meglio.
L’intelligenza artificiale credo possa essere un grande alleato per noi PR. Ci può aiutare ad automatizzare le attività che solitamente occupano tempo senza generare valore, liberando spazio per dedicarci alla creatività e alla strategia. Di una cosa però sono certa: l’IA non può sostituirsi al pensiero creativo della mente umana.
In questo contesto di digitalizzazione, la gestione delle notizie si fa sempre più in tempo reale. Basti pensare a come una crisi reputazionale, magari anche di scarsa importanza, possa essere amplificata sugli attuali canali di comunicazione. La sovresposizione aumenta i rischi, è un dato di fatto, quindi va gestita in maniera professionale.
Anche l’etica è un concetto molto importante in questo periodo storico: il cambiamento è guidato dalle giovani generazioni e per questo il comportamento etico è essenziale, non solo per la scelta di un brand o di un servizio, ma anche per valutare un’azienda in cui lavorare.
Per questa ragione le aziende si devono raccontare in maniera diversa, diventano creatrici di contenuti, io le chiamo “content factories”.
Come prevedete di affrontare queste sfide nella vostra azienda?
Il tema dell’impegno sociale è per noi centrale: Amplifon ha l’inclusione sociale nel su dna. Argomenti come l’abbattimento dello stigma associato al calo dell’udito e l’inclusività sono il nostro pane quotidiano.
Per rendere la cura dell’udito più accessibile, Amplifon offre test audiologici gratuiti in tutti i suoi negozi in 26 paesi mondo. Nel 2023 abbiamo generato un risparmio economico di circa 300milioni di euro per la comunità. Un risparmio potenziale anche per i servizi sanitari dei paesi in cui operiamo, che stimiamo di oltre 600milioni di euro entro il 2026.
Per quanto riguarda il tema dell’inclusione, Amplifon ha avviato anche una Fondazione omonima che ha l’obiettivo di far raggiungere il pieno potenziale della vita agli anziani, prevenendo il rischio di emarginazione e solitudine. La fondazione ha iniziato il suo operato in Italia cinque anni fa, ma ha avviato un percorso anche fuori confine, in Portogallo, Francia e Australia, dove ha messo in rete oltre 250 Rsa per creare legami all’interno delle strutture e mettere in comunicazione i degenti con le famiglie.
C’è un progetto/campagna di PR della quale siete particolarmente orgogliosi?
Prima parlavo di “content factories”, ebbene, cito ad esempio solo due dei vari progetti che abbiamo realizzato: un libro, scritto nel a fine 2023 per Egea da Valentina Fornari, docente della Bocconi, in cui si racconta il contesto che fa riferimento al mondo dell’audiologia. Si intitola “L’emozione del suono” e si sofferma su tutto ciò che ruota intorno al nostro udito. Viviamo in un mondo in cui l’evoluzione demografica, l’inquinamento acustico e lo stress nei centri urbani creano rischi uditivi.
Su questo filone del racconto c’è anche un podcast lanciato a inizio febbraio: “Il suono di un’idea”, una puntata di circa 15 minuti che racconta la storia dell’azienda, molto avvincente, nata nel 1950 in un sottoscala come le società della Silicon Valley. Lo spingiamo sui social e abbiamo fatto un lancio sui media che ha avuto una buona eco.
Quanto e in che modo il top management aziendale è coinvolto nelle strategie di PR aziendali?
Sempre più le aziende comunicano con i propri stakeholder attraverso le loro persone, a partire dai loro manager. Ferma restando l’importanza della comunicazione del brand, soprattutto per la comunicazione corporate è essenziale il ruolo del management perché dà un volto all’azienda e ne rafforza la credibilità e l’umanità. Questo non solo attraverso i media tradizionali ma anche – e forse soprattutto – tramite i canali social. Mi ha colpito un recente studio internazionale, citato dal Financial Times, secondo cui il profilo LinkedIn del CEO è la seconda fonte di informazioni su un’azienda per un candidato dopo il sito web.
In Amplifon crediamo molto nelle attività di ambassadorship: se un manager decide di postare qualcosa su un argomento correlato all’azienda, molto probabilmente anche il suo team sarà portato a supportarlo o a fare lo stesso. Il buon esempio è sempre essenziale, ma il seguito deve essere spontaneo e credibile.
Per quanto riguarda i social presidiamo tutte le piattaforme, pure le più giovani. Anche le nuove generazioni sono in target perché è a loro che dobbiamo insegnare il concetto di prevenzione, di ascolto responsabile e di inclusione. Certo, non sono canali mirati per la conversione in termini di acquisto, ma per l’awareness. Una cosa è certa: i contenuti sono differenziati e il piano editoriale è dettagliato e declinato. L’Ufficio stampa? Lo gestiamo internamente.