Negli ultimi tempi è sempre più alta la soglia di attenzione al tema Corporate, inteso come tutte quelle azioni, tattiche e strategiche, finalizzate a promuovere e consolidare il ruolo sociale ed economico dell’impresa, avvalorato dalla sua storia, know-how ed esperienza, così da rendersi affidabile nei confronti dei propri stakeholder, interni ed esterni. E parlo non solo di organizzazioni appartenenti al mondo B2C, di più facile comprensione in quanto particolarmente competitivo, ma anche, e con mia personale soddisfazione, di aziende B2B, incluse le multinazionali, solitamente più resistenti e inclini a questo genere di attività.
Penso che, finalmente, si sia compresa l’importanza, se non meglio la necessità, di costruire quella visibilità, notorietà, credibilità, di ogni realtà, ovunque e in qualsiasi mercato operi, poiché partecipe del panorama imprenditoriale e, come tale, responsabile del buon andamento dell’economia globale e occupazionale, per cui punto di riferimento della collettività. Ora, se nel passato, i canali di informazione erano numericamente ristretti, per cui era sufficiente veicolare contenuti di spessore, oggi, la presenza di molteplici media, online e offline, e degli stessi social network, divenuti principale e attendibile fonte per la massa, richiede necessariamente un approccio strategico sulla base di precisi obiettivi.
Intendo che, se la narrazione rimane sempre il cuore, serve poi un lavoro attento nell’individuare come ogni singolo tassello che la compone (dal dato meramente numerico ad una storia che ha segnato il mercato, dalla leadership acquisita alla visione del futuro) possa trovare spazio ed essere declinato nei diversi stili, linguaggi e modalità di comunicazione a seconda dei pubblici di interesse dei canali adottati.
Un lavoro profondo che vede coinvolte, oltre le Media Relations d’obbligo, attività come il CEO Personal Branding, la gestione della LinkedIn Page aziendale, e, fondamentale, la preparazione al Crisis.
Non basta quindi solo il contenuto, per quanto di appeal possa essere. Spesso si confonde il “fare” Corporate con la sua semplice divulgazione presso i media, magari in un paio di momenti l’anno, come nel caso del bilancio aziendale, tra l’altro non sempre ben recepito dalle imprese che tendono a tutelare dati comunque pubblici, o di un evento significativo, senza una pianificazione adeguata, per cui secondo un preciso timing, funzionale e misurabile poi nei risultati.
Il mondo odierno, articolato e complesso, controverso e sempre più dinamico e competitivo, richiede oggi una regia attenta e focalizzata, con una visione allargata delle potenzialità degli strumenti da adottare, capace di “governare” l’opinione pubblica attraverso una sapiente veicolazione e utilizzo intelligente dei contenuti Corporate, soprattutto perché particolarmente sensibili ed esposti al facile e cattivo uso, generando ostacoli indesiderati nel percorso di accreditamento. Un vero e proprio processo, come amiamo definire, di “ingegneria del consenso”.
A cura di Anna Pelucchi, Head of PR in Soluzione Group